venerdì 30 dicembre 2011
giovedì 29 dicembre 2011
Norme fasi finali dei Campionati provinciali delegazione di Treviso, categorie Juniores, Allievi e Giovanissimi stagione sportiva 2011-2012
Norme fasi finali Campionato Juniores - Titolo Provinciale
“Memorial Antonio Girardi”
Nell’intento di eliminare la formulazione dei triangolari di concerto con il Comitato Regionale Veneto , si è determinata la seguente soluzione. Parteciperanno le TRE vincitrici dei rispettivi gironi e la migliore seconda classificata dei tre gironi. Qualora in un girone dovessero risultare PRIME due o più squadre, per determinare la vincente si terrà conto di quanto stabilito dall’Art. 51 delle N.O.I.F. Se al termine del Campionato , nello stesso girone, risulteranno due o più squadre a pari punti nella seconda posizione, per determinare la Società che poi concorrerà alla valutazione della miglior seconda classificata, si terrà conto rispettivamente :
a) scontri diretti;
b) differenza reti negli scontri diretti;
c) differenza reti nell’intero campionato;
d) maggior numero di reti segnate nell’intero campionato;
e) sorteggio presso la sede della Delegazione.
Successivamente si procederà alla valutazione delle squadre posizionatesi al secondo posto in ciascuno dei tre gironi per determinare la miglior seconda con i seguenti criteri :
1) miglior punteggio conseguito al termine del campionato ;
2) in caso di parità , miglior differenza reti dell’intero campionato;
3) in caso di ulteriore parità, maggior numero di reti segnate durante l’intero campionato;
4) sorteggio presso la sede della Delegazione.
Tenendo conto che il Girone C è composto da n.14 squadre e quindi nella classifica di tale girone risulteranno conteggiate due partite in più rispetto ai girone A e B , al fine di creare una situazione paritetica tra le Società partecipanti, il punteggio della classifica finale delle squadre del girone C verrà moltiplicato per 0,923 corrispondente al quoziente tra 24 e 26 (numero gare effettuate nei gironi A e B e numero gare effettuate nel girone C). Le quattro Società così determinate daranno vita ad una fase di semifinale ed una di finalissima – in campo neutro – dalla quale risulterà la vincente del Titolo Provinciale “Memorial Antonio Girardi”.
Norme fasi finali Campionato Allievi - Titolo Provinciale.
Di concerto con il Comitato Regionale Veneto , la Delegazione di Treviso ha formulato la seguente soluzione per l’accesso alle fasi finali . Parteciperanno le CINQUE vincitrici dei rispettivi gironi e le TRE migliori seconde classificate dei cinque gironi. Qualora in un girone dovessero risultare PRIME due o più squadre, per determinare la vincente si terrà conto di quanto stabilito dall’Art. 51 delle N.O.I.F. Se al termine del Campionato, nello stesso girone, risulteranno due o più squadre a pari punti nella SECONDA POSIZIONE, per determinare la Società che poi concorrerà alla valutazione della migliore seconda classificata, si terrà conto rispettivamente :
a. scontri diretti;
b. differenza reti negli scontri diretti;
c. differenza reti nell’intero campionato;
d. maggior numero di reti segnate nell’intero campionato;
e. sorteggio presso la sede della Delegazione.
Successivamente si procederà alla valutazione delle squadre posizionatesi al secondo posto in ciascuno dei cinque gironi per determinare le tre migliori seconde con i seguenti criteri :
1. miglior punteggio conseguito al termine del campionato ;
2. in caso di parità , miglior differenza reti dell’intero campionato;
3. in caso di ulteriore parità, maggior numero di reti segnate durante l’intero campionato;
4. sorteggio presso la sede della Delegazione.
Tenendo conto che nei gironi B-C-D-E sono presenti squadre fuori classifica(squadre B), per rendere omogenea e paritetica la situazione di classifica, verranno prese in considerazione solamente le partite utili ai fini della classifica finale. Pertanto , per determinare le tre seconde migliori classificate si terrà conto del miglior coefficiente punti, ovvero il valore che si ottiene dividendo i punti conquistati per le gare utili disputate. Le otto Società così determinate daranno vita ad una fase di quarti di finale, di semifinale ed una di finalissima dalla quale risulterà la vincente del Titolo Provinciale.
Norme fasi finali Campionato Giovanissimi - Titolo Provinciale.
Di concerto con il Comitato Regionale Veneto , la Delegazione di Treviso ha formulato la seguente soluzione per l’accesso alle fasi finali . Parteciperanno le CINQUE vincitrici dei gironi A-B-C-D-E e le TRE migliori seconde classificate dei cinque gironi citati. Le squadre che compongono il girone F sono tutte fuori classifica . Qualora in un girone dovessero risultare PRIME due o più squadre, per determinare la vincente si terrà conto di quanto stabilito dall’Art. 51 delle N.O.I.F. Se al termine del Campionato , nello stesso girone, risulteranno due o più squadre a pari punti nella seconda posizione, per determinare la Società che poi concorrerà alla valutazione della miglior seconda classificata, si terrà conto rispettivamente :
a) scontri diretti;
b) differenza reti negli scontri diretti;
c) differenza reti nell’intero campionato;
d) maggior numero di reti segnate nell’intero campionato;
e) sorteggio presso la sede della Delegazione.
Successivamente si procederà alla valutazione delle squadre posizionatesi al secondo posto in ciascuno dei cinque gironi
per determinare le tre migliori seconde con i seguenti criteri :
1. miglior punteggio conseguito al termine del campionato ;
2. in caso di parità , miglior differenza reti dell’intero campionato;
3. in caso di ulteriore parità, maggior numero di reti segnate durante l’intero campionato;
4. sorteggio presso la sede della Delegazione.
Tenendo conto che il Girone A è composto da n.14 squadre e quindi nella classifica di tale girone risulteranno conteggiate due partite in più rispetto agli altri gironi , al fine di creare una situazione paritetica tra le Società partecipanti, il punteggio della classifica finale delle squadre del girone A verrà moltiplicato per 0,923 corrispondente al quoziente tra 24 e 26 (numero gare effettuate nei gironi B, C D E e numero gare effettuate nel girone A). Le otto Società così determinate daranno vita ad una fase di quarti di finale, di semifinale ed una di finalissima dalla quale risulterà la vincente del Titolo Provinciale.
mercoledì 21 dicembre 2011
martedì 20 dicembre 2011
Cercare di comprendere cosa ci si aspetta dal proprio figlio
Il comportamento del genitore a volte, senza volerlo, può indurre il figlio a pensare di non essere adeguatamente accettato se non riesce a rendere per quello che il genitore si aspetta da lui. Ciò può interferire sulla concentrazione dell’atleta e soprattutto rappresenta uno dei fattori che attivano l’ansia pre-agonistica, che è la principale causa del calo di prestazione in campo da parte del calciatore.
Il genitore dovrebbe cercare di rendersi conto di quali siano le sue aspettative nei confronti del proprio figlio e quali siano le reali capacità del figlio di attuarle. Ogni bambino ha le sue preziose potenzialità e se tra queste non ci rientra la capacità di giocare bene a pallone, bisogna essere in grado di riconoscere che il proprio figlio potrebbe sentirsi molto più realizzato e sicuro di sé nell’ambito di un altro sport. A meno che non gli si faccia capire che il calcio è un gioco e che prima di tutto ci si deve divertire, in questa
ottica non è necessario essere un campione per disputare una gara.
Il genitore dovrebbe sapersi concedere uno spazio di riflessione, in cui chiedersi cosa si aspetta dal proprio figlio, in questo modo potrà rendersi conto che al di là delle aspettative compensatorie per cui si desidera
vedere attuare in lui quello che non si è riusciti a diventare, l’aspettativa profonda a cui ogni genitore tiene di più è senza dubbio quella di desiderare che il proprio figlio diventi un adulto sereno. Per far si che ciò avvenga
bisogna prima di tutto lasciarlo libero di essere quello che è e proporsi a lui come un valido riferimento da cui trarre conforto ma anche incitamento, controllando meglio che si può l’insidioso tentativo che a volte sfugge, di
plasmarlo secondo i propri desideri.
In conclusione quel genitore che in tribuna si emoziona perché il figlio sta calciando il pallone, assieme al desiderio di vederlo vincere dovrebbe tentare di vedere la situazione con un’altra ottica, per cui incitarlo affinché
non demorda nell’affrontare meglio che può l’avversario, impegnandosi con tenacia nel perseguire le direttive del mister, non abbattendosi se qualcuno più forte di lui lo contrasta. In tal modo, il genitore diviene spettatore di un
evento più soddisfacente della vittoria stessa: vedere il proprio figlio impegnato ad esprimersi al meglio indipendentemente dal risultato, dal momento che entra in campo fino al fischio finale di quella partita che è solo
sua. In questo modo il giovane calciatore può gratificarsi del fatto di aver recepito non solo dall’allenatore, ma anche dal papà, o dalla mamma, l’insegnamento per cui gli avversari in campo, come le avversità nella vita, si
affrontano dando il meglio di se stessi, indipendentemente da quanto si è bravi o meno a giocare a pallone.
Lasciare al proprio figlio lo spazio di farsi un’idea personale degli altri e delle situazioni.
Il bambino di solito, valuta le sue esperienze in base a come i genitori le vivono, in quanto non ha ancora senso critico. Se si dice al proprio figlio: “Questa maglietta ha un colore che non ti sta bene” lui molto spesso non riesce a capire che si tratta di un giudizio personale, ma pensa che in assoluto quel colore non gli stia bene.
Nel contesto dell’esperienza calcistica questo significa che dargli giudizi personali su altri calciatori, o sull’allenatore, o su un’altra squadra, potrebbe confondergli le idee, inquinando il rapporto che il bambino tenta
di stabilire con gli altri.
A volte dopo una partita, il genitore, insoddisfatto del risultato o della prestazione del figlio, si mette a criticare le decisioni del mister, non rendendosi conto, per mancanza di conoscenza di questi meccanismi, che così facendo svalorizza una figura di riferimento per il figlio, discernendola di credibilità. Inoltre, ciò può indurre il bambino, che tende ad imitare il genitore, all’abitudine di criticare tutti, proiettando spesso sugli altri il motivo di una sconfitta, o di un’ammonizione, senza riconoscere le proprie manchevolezze. In questo senso può capitare che invece di rendersi conto di non aver giocato molto bene, si dà la colpa all’arbitro, o all’allenatore, soprattutto se si assiste alle affermazioni di un genitore che non riconosce i limiti del figlio. Così facendo, si esclude al bambino l’opportunità di riflettere e capire dove si è sbagliato, traendo da ciò degli spunti di crescita.
Ogni genitore per il proprio figlio vorrebbe il meglio e se fosse possibile gli eviterebbe di imbattersi in qualsiasi esperienza negativa. Semplicemente perché lo ama molto. Ma proprio per questo, bisogna avere la forza
di fargli sperimentare, oltre alle cose belle, le delusioni e le esperienze problematiche.
A tale proposito, il calcio oltre a permettere al bambino di fare esperienza di una serie di eventi positivi, dall’opportunità di cimentarsi nella sconfitta, attraverso la partita persa, i rimproveri del compagno, il gol subito o la
mancata convocazione. Anche se per ogni genitore è doloroso vedere il proprio figlio deprimersi o soffrire per ciò che sta vivendo, è importante insegnargli che bisogna tollerare i momenti difficili, perché con questa esperienza si propone al bambino l’opportunità di trovare la strategia personale per reagire alle situazioni stressanti della quotidianità.
Se non si insegna ai propri figli che le cose non vanno sempre come si
desidera, da adulti non saranno in grado di farlo da soli. Quindi bisogna
sostenerli a sopportare una delusione che viene dall’esterno, guardando
con ottimismo alle opportunità future di riscattarsi, suggerendogli in
questo modo una strategia per non sentirsi sopraffatti dagli eventi. Il
calcio dà l’opportunità ad un bambino di fare questo tipo di esperienza,
bisogna sostenerlo e spiegargli con amore che più si imparano a
sopportare le sconfitte più ci si rafforza, ma prima è necessario che sia
convinto di questo il genitore che suggerisce il messaggio.
Di Massimo Gallo mister A.S.D. Graticolato
sabato 10 dicembre 2011
Risultati e classifiche campionati provinciali di Treviso, categorie Juniores, Allievi e Giovanissimi. Incontri del 4 dicembre 2011
giovedì 8 dicembre 2011
Il più giovane debuttante italiano in Champions, Cristante sedicenne record
mercoledì 7 dicembre 2011
Cristante, sedicenne disputa un quarto d’ora con il Milan in Champions League
Come nei sogni, come nelle favole più belle. Perché l'emozione che ha vissuto ieri sera una ragazzo di appena 16 anni è proprio degna di un film. Bryan Cristante ha debuttato ieri sera (a sorpresa) nella partita di Champion's League che ha visto il Milan pareggiare per 2-2 sul campo del Viktoria Plzen, che lo ha beffato nel finale. Un quarto d'ora di gioco appena per il classe '95 di San Giovanni di Casarsa che, alla vigilia, avrebbe avuto persino difficoltà a sedersi sulla panchina rossonera. Invece Massimiliano Allegri ha voluto applicare un ampio turn over, dando spazio alle seconde linee ma soprattutto ai giovani. Vedere Mattia De Sciglio, classe 1992, in campo dal primo minuto non sembrava nemmeno credibile in un Milan ancora affamato di vittorie. Anche perché da Praga era necessario uscire con una bella vittoria per rimanere sulla scia della capolista del girone Barcellona. Un successo che i rossoneri stavano conquistando sino a 4 minuti dalla fine, prima che i cechi mettessero a segno in rapida sequenza due reti. Ma è il minuto 80' che deve essere annotato. Allegri, che aveva deciso di portare in panchina anche il giovanissimo Cristante, decide di sostituire Robinho. Entra il sedicenne centrocampista di San Giovanni, cresciuto nelle giovanili della Sas Casarsa prima di essere ceduto alla Liventina Gorghense. Chissà che cosa avrà pensato in quegli istanti Bryan? Avrà pensato che gli stava capitando tra capo e collo una possibilità che a pochi (della sua età) viene concessa? Di sicuro, da quanto si è potuto vedere ieri sera in campo, il ragazzo ha personalità. La casacca numero 34 ha toccato pochi palloni - in un quarto d'ora non si possono certo compiere miracoli - dimostrando tecnica, talento, visione di gioco, una una buona vocazione al pressing. Stiamo certi, dunque, che Allegri lo riconvocherà presto: Cristante ha bisogno di fare sì esperienza, ma soprattutto di integrarsi con i grandi del pallone.