lunedì 8 agosto 2011

Vaccari, presidente Figc Veneto, serve tornare veri dilettanti

Vaccari, dimenticato il commissariamento?
«L'avevo già dimenticato il giorno dopo delle elezioni se altri fatti, legati alle elezioni del 16 ottobre, non l'avessero tenuto in vita e poi conclusisi con il ricorso respinto dalla Corte di Giustizia Federale e quindi la conferma, a pieno titolo, del Consiglio direttivo eletto. Devo dire che molte problematiche legate alla gestione del comitato conseguenti ai noti fatti degli anni scorsi hanno lasciato un profondo segno e ancora oggi non sono pienamente risolte, nonostante il duro lavoro e il grande impegno di tutti. Dobbiamo ancora lavorare molto per ritornare ad avere un comitato efficiente al 100% ».
Società che magari devono migliorare l'organizzazione?
«Lo devono fare perchè spesso incorrono in errori o sanzioni dovute alla scarsa esperienza o inteserramento e ciò provoca poi situazioni di difficoltà per tutti».
Il Comitato ha ripreso a correre.
«Molto, forse anche troppo, io sto dedicando tutto me stesso e tutte quelle che possono essere le mie capacità, ma credetemi il Comitato Veneto e le Delegazioni sono un vero e proprio esercito di persone e di impegni di vario genere, dobbiamo tutti insieme collaborare nell'interesse delle società, del nostro sistema che deve tornare ad essere dilettantistico».
Come va il nuovo direttivo?
«È completamente nuovo, si è messo in moto e a lavorare, sicuramente a velocità diverse e questo per vari motivi, di lavoro o altro, che riguardano i vari componenti. Devo dire che ho trovato persone veramente meravigliose e che mi stanno dando un grande aiuto e chi aveva lanciato critiche contro di noi in campagna elettorale è smentito. Ringrazio tutti quelli che collaborano e in modo particolare Mario Sanson, consigliere per la provincia di Treviso, grazie alle sue esperienze e competenze maturate in tanti anni di lavoro nel mondo dello sport e del calcio in particolare, sempre a stretto contatto con le società».
Avete riformato campionati e coppe.
«Abbiamo cambiato molto e per far questo è stato instaurato il sistema della consultazione attraverso dei sondaggi che si sono rivelati molto positivi e che presto riprenderemo su altre tematiche importanti chiedendo la partecipazione di tutti».
Soddisfatto di questi 10 mesi di lavoro?.
«Francamente non proprio. Non pensavo di trovare una situazione così "imbarazzante" sotto vari aspetti. Ogni giorno devo incontrare, sentire al telefono, scrivere lettere a avvocati, consulenti, commercialisti, la Procura Federale, la Federazione, la Lega Nazionale Dilettanti per dirimere continue controversie tra società, giocatori, allenatori, aziende. Il nostro "mondo dilettantistico" purtroppo sta perdendo molte delle sue caratteristiche principali. Bisogna tornare a divertirci giocando a calcio, da atleti, tecnici, arbitri, dirigenti per il bene dei nostri giovani che hanno bisogno di crescere e divertirsi facendo dello sport in ambienti sani".
Un impegno gravoso quindi fare il presidnete?.
«Certamente, almeno per come la penso e per come intendo il lavoro. Dal 16 ottobre 2010 la mia vita personale è profondamente cambiata e sicuramente non in senso positivo, ho dovuto trascurare molte delle mie cose personali. È molto dura, spero di farcela ma serve la collaborazione di tutti».
Corsi per dirigenti, come è andata?
«Benissimo, era una novità e un'idea di questo nuovo Consiglio e mia in particolare. Un grande successo, dovevamo fare un corso sperimentale con 40 iscritti, ne abbiamo fatti tre con oltre 170 partecipanti. Un grazie particolare al consigliere Costini e a tutti i suoi collaboratori per l'organizzazione, ora da settembre li riprenderemo, itineranti, a Belluno, Treviso e Rovigo per poi proseguire in tutta la regione. Il consiglio ha deliberato anche degli incontri di secondo livello, su tematiche più specifiche da programmare con l’avvio della stagione».
Sul fisco come è andata?
«L’incontro di Mestre sul tema fisco/associazioni dilettantistiche è andato bene con i responsabili regionali dell'Agenzia delle entrate, della Guardia di Finanza e della Siae, primo nella storia calcistica del Veneto hanno partecipato oltre 230 dirigenti di società».
È essenziale la crescita dei dirigenti?
«Sicuramente, l'ho ribadito più volte e oggi più che mai l'associazione è una piccola azienda e va gestita come tale. Alla fine dell'anno sportivo non dovrà mai creare "perdite" economiche ma solo soddisfazioni di natura sportiva e per far questo c'è bisogno di persone competenti e che gestiscano le società con la cura e la passione di buoni padri di famiglia».
Costi del del calcio dilettanti, cosa fare?
«Bisogna ritornare "dilettanti" nel vero senso della parola, essere "puri" spendendo quello che sicuramente si può incassare, chi agisce diversamente sbaglia e poi pagherà le conseguenze che però graveranno anche su altri che probabilmente non c'entravano ed esempi eclatanti ne abbiamo molti».
I rapporti con le società come sono?
«Ottimi, come avevo detto appena dopo l'elezione, sono sempre a disposizione di tutte le società, le ascolto telefonicamente, il mio cellulare è sempre aperto e le ricevo a Marghera ogni volta me lo richiedono. Cerco sempre di trovare soluzioni alle loro problematiche purché esse siano fattibili e nel rispetto dei regolamenti».
Delegazioni provinciali bisogna dare regole comuni?
«Sicuramente si, stiamo già lavorando in tal senso e le Delegazioni lo sanno, su 17 Consigli direttivi tenuti dal 16 ottobre, i Delegati provinciali sono stati presenti a 5, un nuovo sistema perché siano sempre partecipi e coinvolti nella vita regionale e periferica e per far si che si ragioni con la stessa testa e si trasferiscano le positività esistenti tra le varie Delegazioni.

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