martedì 28 giugno 2011

Dalla tecnica di base alla tattica individuale

 

Pare che le nuove generazioni di calciatori mostrino, sempre più, delle carenze tecniche che si evidenziano con un impoverimento dell’espressione di alcuni gesti quali il calciare, il colpire di testa e il dribbling.

Di conseguenza spesso la qualità del gioco di squadra espressa in campo non è delle migliori e il confronto con le altre realtà europee (specie quelle spagnole, francesi ed olandesi) ci vede spesso in difficoltà.

Analizzando alcune cause di tale impoverimento tecnico, si possono riscontrare le più evidenti, quali ad esempio la diffusa cultura della vittoria, la mancanza di occasioni di gioco nella vita quotidiana, che rende i ragazzi poveri dal punto di vista motorio, la scarsa motivazione all’impegno sportivo, i minimi investimenti economici nei settori giovanili.

Per migliorare tale situazione è evidente che non basta scaricare le colpe sugli altri, ma ogni operatore sportivo dovrà dare il proprio contributo.

La società calcistica, rappresentata dai dirigenti e dal responsabile del settore giovanile, ha il compito di definire la propria filosofia rispetto alla pratica sportiva dei giovani, esplicitando chiaramente i principi e le finalità a cui devono attenersi gli allenatori nel redigere la programmazione annuale.
Nella tabella 1 vengono esposte le linee guida per la programmazione calcistica per fasce d'età. I principi educativi a cui gli adulti devono attenersi sono quelli ispirati ai diritti, ai bisogni e alle caratteristiche evolutive dei giovani giocatori.
Gli allenatori potrebbero ripensare e migliorare i programmi di insegnamento-apprendimento della tecnica (qualità), aumentando, nel corso delle sedute di allenamento, il tempo da dedicargli (quantità).
La scuola allenatori del Centro Tecnico di Coverciano da anni propone ai propri allievi una classificazione dei gesti tecnici che dovrebbe essere il punto di riferimento per ciascun allenatore di settore giovanile, cui è demandato il compito arduo ma imprescindibile di gettare le basi (fondamentali tecnici) sulle quali costruire il futuro calciatore.
Nella tabella 2 vengono classificati gli obiettivi specifici relativi alla tecnica di base e alla tattica individuale.
L'allenatore nel redigere la programmazione tecnica potrebbe riferirsi a questa classificazione e scegliere quindi gli obiettivi da perseguire nel corso della stagione calcistica.
La scelta avviene autonomamente in base alla propria esperienza oppure la suggerisce la società tramite il responsabile del settore giovanile? Gli obiettivi vanno scelti e concordati insieme agli altri colleghi allenatori? Quali criteri bisogna adottare per scegliere tali obiettivi? E' bene lavorare su tutti gli obiettivi contemporaneamente con modalità differenti a seconda della categoria allenata, o si devono scegliere obiettivi dominanti per fasce d'età?
Visto il poco tempo a disposizione e le carenze con cui si è costretti ad operare continuare a lavorare da soli, "coltivando il proprio orticello", forse non è conveniente. Collaborare con i propri colleghi, condividendo programmi ed obiettivi potrebbe essere una strada che facilita lo sviluppo tecnico dei giovani calciatori.
Programmare in modo verticale, continuo e coerente per fasce d'età è un lavoro che "paga" dal punto di vista della qualità degli apprendimenti e ottimizza gli interventi degli allenatori.
Infatti se ogni tecnico scegliesse di allenare alcune capacità motorie e abilità tecniche e tattiche a stagione, concordandole a tavolino con i colleghi che allenano la categoria precedente e successiva alla propria, ne risulterebbe, a lungo termine, un lavoro completo, coordinato e coerente, che rassicura da eventuali insuccessi, dovuti a carenze di programmazione. Allora il giovane calciatore, cresciuto in un settore giovanile così bene armonizzato, potrà acquisire le abilità tecniche in modo ottimale, senza dover ogni volta ripartire da capo o senza sentirsi accusato di "non aver lavorato a sufficienza" con l'allenatore dell'anno precedente. Si fa prestoinfatti a scaricare la colpa agli allenatori che ci hanno preceduto!

LA PROGRAMMAZIONE TECNICA
Gli allenatori, con la supervisione del responsabile del settore giovanile, potrebbero redigere e condividere la programmazione tecnica che riguarda la scelta degli obiettivi specifici.
La tabella 3 e la tabella 4 esemplificano, a livello puramente indicativo, un'ipotesi di programmazione, che evidenzia gli obiettivi tecnici dominanti per fasce d'età e i mezzi di allenamento più idonei per il loro raggiungimento.
Con i piccoli amici si parla di educazione motoria di base o di alfabetizzazione motoria la cui finalità è quella di fornire gli strumenti di base per potersi muovere e dunque giocare. Il mezzo di allenamento da privilegiare è il gioco in tutte le sue forme con l'intento di educare le condotte motorie primarie.
Con i pulcini si parla di gioco sport calcio nel senso che l'attività ludica deve avere un ruolo preponderante. Per un pulcino il calcio è ancora un gioco individuale, non uno sport di squadra, tant'è vero che la sua massima esigenza è quella di avere un pallone tutto per sé (dominio della palla), poterlo portare dove vuole (guida della palla), per scartare l'avversario (dribbling), allo scopo di fare goal (tiro in porta). E' proprio a partire dall'analisi di questi loro bisogni che si scelgono gli obiettivi tecnici dominanti. Il mezzo di allenamento da privilegiare è dunque l'1>1, durante il quale si allenerà anche la fase difensiva e nel caso specifico la capacità di marcare il p.p. (portatore di palla).
La tabella 3 evidenzia che gli obiettivi specifici si concatenano in senso orizzontale dando origine a percorsi didattici precisi. Per esempio il secondo percorso proposto per la categoria pulcini parte dall'allenamento del gesto tecnico del calciare (ovviamente onnipresente) da utilizzare per tirare in porta, con l'opposizione di un avversario (difesa della porta) e/o di un portiere.
Con gli esordienti si parla di avviamento al calcio che mette in guardia dalla "tentazione forte" in ogni mister, di proporre la specializzazione nei ruoli e nei sistemi di gioco, anticipando le tappe della formazione calcistica. Da questa età in avanti raggiunto anche un certo grado di maturità mentale e superato l'egocentrismo infantile, i ragazzi sono pronti per capire che il calcio è un gioco di squadra nel quale è fondamentale collaborare. Spesso un buon passaggio è più efficace di un dribbling. Ecco dunque il primo percorso didattico proposto per gli esordienti, che se in fase offensiva si passano la palla, in fase difensiva dovranno imparare ad intercettarla, anticipando ed occupando con tempestività le linee di passaggio. Il secondo percorso didattico prevede che a partire dallo stop si arrivi a difendere la palla sulla pressione dell'avversario, che marcando il pp da dietro cercherà di conquistarla.
Le situazioni di gioco proposte in superiorità numerica hanno lo scopo di favorire la fase offensiva dando più tempo e spazio agli attaccanti.
E' con la categoria giovanissimi che si comincerà a parlare di inizio della specializzazione calcistica, ovvero l'iniziazione ai ruoli più adatti alle caratteristiche dei giocatori, educandoli a comprendere ed utilizzare i sistemi e le strategie di gioco. La parte preponderante del primo percorso didattico proposto per i giovanissimi è riservata allo smarcamento, essenza del gioco offensivo senza palla e di conseguenza alla marcatura dell'attaccante senza palla, appoggio o sostegno che sia. Il secondo percorso, a partire dalla tecnica del calciare, prenderà in considerazione il cross (passaggio dalle fasce verso il centro), per favorire il colpo di testa dell'attaccante e di conseguenza l'intervento difensivo del rispettivo marcatore (duello aereo).
La proposta descritta lungi dall'essere esauriente ed approfondita vuole semplicemente essere uno spunto di riflessione e di lavoro, soprattutto per gli allenatori impegnati nel difficile compito di migliorare la tecnica calcistica di cui tanto si parla e di cui tanto c'è bisogno. L'idea potrebbe essere quella di scegliere pochi obiettivi alla volta, ma di perseguirli tenacemente.

LA PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA (Tabella 1)
Gli allenatori, sempre con la supervisione del responsabile del settore giovanile e la consulenza dello psicopedagogista, potrebbero redigere e condividere la programmazione educativa per fasce d'età, che riguarda i fattori psicologici della prestazione calcistica e gli stili di vita da atleta.
Obiettivi riferiti alle capacità cognitive
Le capacità cognitive necessarie per apprendere a giocare a calcio sono molteplici. L'equipe di allenatori potrebbe scegliere di sviluppare nei piccoli amici la percezione, la conoscenza di sé e la creatività, assecondando le naturali caratteristiche tipiche di questa età. Con i pulcini si possono perseguire obiettivi relativi alle capacità di concentrarsi e stare attenti. Agli esordienti si può richiedere e dunque allenare le capacità di osservare e comprendere (due capacità preliminari al pensiero tattico). Gli obiettivi riferiti agli esordienti riguardano lo sviluppo della capacità di analisi e sintesi, di risolvere i problemi (scelta) e di autovalutarsi
Obiettivi riferiti alle capacità emotivo-affettive
Programmare lo sviluppo delle capacità emotivo-affettive consente di mettere nelle condizioni il giovane di apprendere al meglio il gioco del calcio. Ai più piccoli è necessario proporre attività giocose per far in modo che si appassionino all'attività motoria. Bisogna poi creare le condizioni che permettano a tutti di provare gratificazione e successo (riuscita), dovuto al miglioramento delle proprie prestazioni individuali (rispetto al livello personale di partenza). L'acquisizione e il rinforzo dell'autostima andrà di pari passo alla riuscita sperimentata nelle attività che l'allenatore proporrà. Nel gioco del calcio è importante imparare a gestire le emozioni per non incorrere in errori e/o comportamenti istintivi che non portano nulla di buono alla squadra. La capacità di diventare autonomi nelle scelte di gioco rappresenta l'obiettivo finale dello sviluppo di queste capacità.
Obiettivi riferiti alle capacità sociali
Le capacità sociali come il rispetto delle regole, degli altri, la capacità di collaborare e cooperare sono alla base del calcio, essendo questo un gioco di squadra. Il calciatore che non riesce a raggiungere questi obiettivi avrà scarse capacità di apprendere in modo ottimale questo gioco.
Obiettivi riferiti agli stili di vita da atleta
Adottare uno stile di vita sano (alimentazione, movimento, risposo) dovrebbe rientrare nella mentalità sia degli adulti, sia dei giovani calciatori. Una vita poco sana può inficiare tutti gli sforzi che si fanno in allenamento.
Giocare quotidianamente all'aria aperta e limitare i passatempi sedentari dovrebbero rappresentare le condotte prioritarie dei giovani atleti.
La richiesta di impegnarsi seriamente  nello studio, per potersi realizzare culturalmente, professionalmente e non solo dal punto di vista sportivo, completa un'attenta programmazione educativa.

Classificazione delle attività di allenamento
 
Esistono diverse tipologie di attività da utilizzare durante la seduta di allenamento ed ognuna di esse ha delle caratteristiche specifiche. Ciascuna attività consente di allenare maggiormente un fattore della prestazione rispetto ad un altro, oppure di allenarli contemporaneamente. Questi mezzi di allenamento hanno un elevato indice di efficacia (rapporto fra il tempo di applicazione ed il risultato ottenuto) nel momento in cui producono:
·       apprendimento
·       simulazioni delle condizioni di gioco
·       esperienze di successo
·       trasferibilità degli apprendimento al contesto-partita
 
        
CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITA' DI ALLENAMENTO
 
INFLUENZA SUI FATTORI DELLA PRESTAZIONE 
 
PS
TC
TT
F
GIOCHI POLIVALENTI
Tradizionali, avviamento allo sport e polisportivi
+++
+
+++
++
 
ESERCIZI SENZA PALLA
(andature, corse, salti, balzi, ginnastica a corpo libero, posture, percorsi, circuiti)
 
 
 
 
 
 
 
+++
 
ESERCIZI CON LA PALLA
(individuali, a coppie, a terne, a gruppi, di reparto, percorsi, circuiti)
 
 
+
 
+++
 
 
+
 
SITUAZIONI DI GIOCO SEMPLICI
(dall'1>1 al 3>3 aspecifiche - specifiche)
 
 
++
 
++
 
+++
 
++
 
SITUAZIONI DI GIOCO COMPLESSE
(dal 4>4 all'11>11 di reparto, fra reparti)
 
 
++
 
++
 
+++
 
++
 
POSSESSI PALLA
Base, generali, a tema
 
++
++
++
++
 
PARTITE E GIOCHI A TEMA
con vincolo tecnico, con vincolo tattico-strategico)
 
 
+++
 
+++
 
+++
 
+++
 
PARTITA
gioco libero, minipartite, partite di allenamento e partite ufficiali
 
 
+++
 
+++
 
+++
 
+++
Legenda: FATTORI DELLA PRESTAZIONE             (+ = poco; ++ = abbastanza; +++ = molto)
·       PS = psicologico (cognitivo, socio-relazionale, emotivo-affettivo)
·       TC = tecnico
·       TT = tattico
·       F   = fisico 

L'articolo è a firma di Stefano Bonaccorso, componente della Commissione per l'Attività di Base del Settore Giovanile e Scolastico della FIGC.

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